Un incontro tra spazio e tempo

Sono tre, gli spazi che Quadrante racchiude e racconta.

 

Il primo è quello del quadrante dell’orologio. Le lancette corrono intorno ad esso in una sequenza infinita e ininterrotta di ineludibili rendez vous. La griglia bidimensionale, come quella di un quadrante d’orologio, fissa il flusso temporale in coordinate cartesiane. Ma a differenza dell’orologio, che misura il tempo in angoli e cicli, la griglia di Quadrante procede linearmente, costruendo un’architettura utopica.

 

Il secondo spazio è quello condiviso delle piazze, delle gallerie, delle strade e, naturalmente, delle stazioni in cui gli orologi pubblici, protagonisti delle fotografie, si ergono. Questi oggetti utili e familiari scandiscono il ritmo della vita urbana, svolgendo visivamente una funzione un tempo riservata alle campane.

 

Il terzo, infine, è quello del mondo geografico, composto dai vari luoghi del mondo da cui provengono le immagini. Su di esso si stende l’universo sentimentale della Festa, fatto di appuntamenti telefonici e telematici dettati dalle coincidenze dei fusi orari.